Amiamo viaggiare! È una parte importante della nostra vita moderna. Non vogliamo stare rinchiusi fra le nostre quattro mura. Perché di natura l’uomo è curioso! Vogliamo non solo sognare, ma vogliamo uscire, vogliamo il contatto diretto e personale con altre culture. Vogliamo sperimentare, vogliamo sentire e goderci la vita!
Ora siamo forzati a stare a casa nella crisi del virus Corona. Ma a lungo termine „io resto a casa“ non è fattibile. Anche i trend del turismo riflettono la nostra voglia di uscire (sicuramente anche nell’era dopo Corona): chiediamo sempre più esperienze intense, impressioni forti e storie uniche, che vogliamo raccontare agli amici e anche condividere sui social.
In fondo mi rende ottimista: appena possibile, viaggeremo di nuovo!
Ovviamente c’è da dire che il mondo ha ancora altri problemi. Certi paesi come la Spagna, l’Inghilterra e l’Italia non possono accogliere migliaia di turisti prima di risolvere i problemi in casa. Giustamente la priorità n. 1 è di assicurare la salute del proprio popolo. Viaggi per piacere non sono la cosa più importante al mondo.
Certo, il turismo è un settore importante dell’economia ed è assolutamente essenziale per la Sardegna. Quindi, è giusto guardare bene la situazione e andare avanti. Sorgono le prime domande:
Da un paio di giorni sto meditando proprio su queste domande.
Sfortunatamente, anche la pecora nera non ha una sfera di cristallo per vedere il futuro … Cosa dici, pecorella? … Ah, sì? … Dove? … Aspetta … ah! Eccola! Dai, che futuro che vedo! 😀
Perché penso che una soluzione per uscire dalla crisi sarà la valorizzazione della Sardegna vera e autentica. Vedo un mercato abbastanza grande per prodotti e servizi di alta qualità ed eco-sostenibili. Vedo un cambiamento, di cui approfittano l’entroterra e le regioni finora meno frequentate. In particolare ho speranza per i piccoli fornitori e ciò che è essenziale in Sardegna: i valori e le tradizione, la natura incontaminata, il lavoro onesto e appassionato.
Ne parlo in questo articolo e vorrei diffondere più ottimismo possibile, nel miglior senso del hashtag #andratuttobene
Prima consentitemi una breve riflessione sulla mia situazione personale. Chi vuole può sempre saltarla. E con l’occasione vi ringrazio anche di non notare tutti gli errori che magari ci sono in questo articolo che ho tradotto dal tedesco. 😉 (Per chi non conosce la pecora nera: sono autrice, blogger e mi sento anche un intermediaria tra la Sardegna e i mercati internazionali).
Sono in buona salute in „esilio“ con i miei genitori in Germania (anche loro sani e salvi). Proprio due giorni prima del blocco totale in Italia avevo iniziato un viaggio d’affari, per appuntamenti medici e per un po‘ di burocrazia. A marzo dovevo anche lavorare a Berlino all’ITB per un bellissimo progetto di Mamoiada, ma la fiera è stata cancellata a causa del Coronavirus. Che tristezza! Sarebbe stata un’occasione fantastica per promuovere la Sardegna autentica, le maschere, le prelibatezze e le tradizioni di Mamoiada e di comunicare il loro concetto turistico.
E così oggi mi trovo separata da quasi tutto ciò che mi è caro: il mio fidanzato, Olbia, dove stiamo facendo casa, la mia piccola barca che sta ferma in cantiere, il cane, i gatti, gli amici … la Sardegna è la mia seconda casa e sta diventando la prima … Ma per il mio ritorno ho già un idea e fino a quando accadrà, sarò paziente. Sapevo già che ho una pazienza infinita, ma ora va dimostrato.
In questo momento nel mio lavoro non c’è niente di buono: con l’industria del turismo, anche la mia attività è morta. I progetti erano legati direttamente alla libertà di viaggio: organizzo viaggi incentivo, eventi, viaggi di studi e di affari in Sardegna, sono un consulente sul mercato turistico. Ora in Sardegna non posso fare nulla. Tutti i progetti previsti per il 2020 sono stati cancellati, i budget per i viaggi all’estero sono stati annullati, non aspetto nessun cliente nuovo in quest’anno. Uff.
Tutti i miei collaboratori in Sardegna sono nella stessa miseria (e anche di più): guide, alberghi, ristoranti, pastori, viticoltori, insegnanti di lingue, operatori museali, skipper, noleggiatori di auto e imbarcazioni … Siamo attivi nel turismo e dipendiamo da esso. E la dipendenza totale non è mai una cosa buona.
E anche se speriamo che non è vero, in fondo pensiamo tutti: il turismo in Sardegna nel 2020 è quasi morto e dopo non sarà come lo conosciamo.
Eppure sono fiduciosa e ottimista! Come mai?!?
Ho una forte speranza che il turismo cambierà per il meglio. La cosa bella è che siamo noi il cambiamento. Possiamo modellare la realtà del nostro futuro. Ogni crisi è un’opportunità. Magari qualcosa o qualcuno ci sta chiamando: Pensa! Cambia idea! Cambia qualcosa!
Per me, i cambiamenti sono qualcosa di bello e costruttivo. Se la pandemia sta cambiando anche la nostra società, il nostro lavoro, la nostra vita, allora c’è solo una direzione: avanti! Non ho altra scelta che rinnovare e ricominciare. E non ho paura 🙂
Dobbiamo pensare al futuro. O meglio: cambiare il modo di pensare. Abbiamo bisogno di speranza, ma non solo: dobbiamo sviluppare idee concrete su cosa fare nella situazione dirompente. O semplicemente su come sopravvivere.
Ripensare non è facile. E capisco che non tutti possono farlo da soli. Alcuni non hanno la forza. Soprattutto se continuano ad esserci migliaia di persone che muoiono intorno a noi. Se uno ha paura di un’emergenza sanitaria o di perdere qualcuno che ama, di perdere la propria salute o addirittura la propria vita – come può essere ottimista?
Posso solo dire: è l’unica strada che ci porta avanti.
Certo che è difficile. Da due settimane sto riflettendo su un modello di business che sia „a prova di crisi“ – ma ho il sospetto che il termine „a prova di crisi“ sia già obsoleto.
Allora, vediamo un po‘ cosa riserva il futuro per il turismo sardo.
Ho una formazione di economia, ma non è neanche necessario per capire come stia soffrendo l’industria del turismo. Ci saranno molte aziende in Sardegna che non sopravviveranno. La vita, la salute e il benessere di migliaia di famiglie è a rischio. Di aiuto a breve termine ci sono le riserve (e se non ce le hai?), i prestiti di emergenza (la banca li concede senza garanzie dello stato?) o gli aiuti di Stato e le sovvenzioni (e chi paga alla fine i fantastiliardi di euro, dollari, ecc che ci costa la crisi mondiale?). È anche chiaro che non è facile in un paese fortemente indebitato. Spero davvero che l’UE trovi una soluzione rapida. Perché una soluzione nazionale e isolata non può essere neanche la risposta.
A breve termine ci preoccupa una domanda cruciale:quanto tempo ci vorrà ancora?
„Flatten the curve“ o „abbassare la curva“ significa che dobbiamo guadagnare tempo in modo che i sistemi sanitari non crollino e in modo che il personale medico non collassi. Logicamente significa che ci vuole ancora tempo. Molto tempo. Non parliamo di settimane. E non parliamo solo del nostro paese, ma di tutto il mondo, di tutti i paesi. Quindi, ancora più tempo. Avremmo dovuto capire: siamo tutti connessi. Che ci piaccia o no.
Il 5 aprile il cancelliere austriaco Kurz ha detto che presto sarà possibile tornare gradualmente alla normalità. Ma poi ha detto anche l’impensabile: „La libertà di viaggio, come la conosciamo fino ad ora, non esisterà finché non saranno disponibili vaccinazioni o farmaci efficaci“.
Stiamo parlando di mesi, forse anche di un anno. E dopo non sarà più come prima. La vita sarà cambiata. E con esso i viaggi e il turismo. Detto questo, ho notizie buone e cattive.
Questo è la notizia cattiva: La stagione 2020 è terminata prima di iniziare e il Coronavirus influenzerà anche la stagione successiva.
I numeri di turisti diminuiranno notevolmente. L’Italia, duramente colpita dalla pandemia, e la Sardegna con essa, non può ridurre le restrizioni velocemente come altri paesi. Le restrizioni di viaggio in particolare rimarranno in vigore. Viaggiare diventerà molto più complicato.
Posso capirlo. Lasciare che milioni di turisti entrino e rischiare che la brutta cosa ricomincia da capo? Il rischio di far crollare alla fine il sistema sanitario è troppo grande. La paura nel paese è palpabile. La paura del collasso economico è altrettanto grande.
Certo, ai turisti non piace. Non vogliono rinunciare alle loro vacanze in Sardegna. Chi ha ricevuto un voucher dal traghetto o dalla compagnia aerea vorrebbe rinviare a maggio o giugno 2020, se possibile. Ma così presto? Tanti stanno sperando che si possa viaggiare d’autunno. La sfera di cristallo della pecora nera la vede difficile.
Ma ecco la notizia buona: La VOGLIA DI VIAGGIARE ancora c’è!
Sapendo questo, dobbiamo riflettere per forza ADESSO su come 1. superare la crisi del 2020 e 2. continuare nel 2021. È difficile, ma non impossibile.
Finalmente, posso dare uno sguardo positivo al futuro del turismo e dei viaggi in Sardegna e nel mondo.
Il turismo generalmente diminuirà in tutto il mondo. Ma non è male. Anzi, è una notizia buona. La qualità al posto della quantità secondo me è un approccio ingegnoso (anche per guadagnare decentemente a lungo termine).
Mi piacerebbe se il turista diventasse di nuovo un „vero“ viaggiatore. Uno che non consuma la sua destinazione di viaggio, ma che si tuffa nella cultura, la natura, l’essenza del paese, che si mette in contatto con la gente locale. Molte destinazioni turistiche trarrebbero effettivamente beneficio dalla pausa – senza persone, la natura si riprende semplicemente e molto più velocemente. Tutto tornerà alle sue radici, „back to the roots“.
Mentre il coronavirus sopravvive sicuramente, secondo la mia sfera di cristallo il turismo di massa muore per primo. Francamente, non sarà male! (E spero che ho ragione!)
Il mondo ha problemi più gravi del non poter festeggiare, bere e rilassarsi sulla spiaggia con migliaia di altre persone. In effetti, le masse sono distruttive, il turismo di massa produce gravi danni e anche squilibri economici e sociali.
Per fortuna, la Sardegna non ha tanti problemi con il turismo di massa. Però, recentemente ci sono state tendenze che hanno portato l’Isola ai suoi limiti. Da qualche tempo, alcuni spiagge sono state chiuse a causa del affollamento, come la Cala Goloritzè, e l’accesso è stato limitato come a La Pelosa. E i segnali indicavano la crescita del mono-prodotto „turismo balneare estivo“: Se ricordo bene, l’obiettivo era che i numeri di passeggeri negli aeroporti dovevano salire a 12 milioni. Dell’allungamento della pista all’aeroporto di Olbia approffittano gli aerei più grandi che arrivano soprattutto nei mesi estivi – e buttano altri turisti sulle spiaggie già piene dell’Isola.
Ma secondo me la classica vacanza al mare, i villaggi turistici, le spiagge affollate e le gite in barca con 200 persone e di più saranno quelli che perderanno di più a breve e medio termine. E non lo dico solo perché sono una pecora nera che ama la natura e consiglia di viaggiare tutto l’anno nell’entroterra 😉
Lo dico perché posso immaginare una società che diventa un po‘ più attenta e consapevole. Stare sdraiato in spiaggia per tre settimane e chiudere gli occhi sulla realtà è acqua passata. Starsene vicinissimi in una batteria di lettini e ombrelloni non sarà più richiesto.
Credo che i viaggiatori del futuro vogliano andare alla scoperta, e fare esperienze dirette e genuine.
Perché? L’esperienza drastica della quarantena sarà nella mente di tutti. Se va male, il viaggio (e anche la vita) può essere finito in qualsiasi momento. Quindi, vogliamo goderci la nostra vacanza, anche al mare! Il turismo balneare ovviamente non scomparirà completamente. Perché chi lavora desidera anche ricompensarsi con una vacanza rilassante e magari un giorno pigro alla spiaggia. Ma forse nel futuro non preferiamo più le due settimane in spiaggia dove ci sono tutti e facciamo invece un giro dell’Isola, scopriamo nuovi posti, piccole spiagge e viviamo esperienze nuove ogni giorno.
Questo mi porta ai possibili vincitori della crisi, che potrebbero avere una stagione davvero buona nel 2021:
Il motivo principale per vedere rosa il futuro del ecoturismo, o turismo eco-sostenibile, è perché si è già allineato verso il futuro. L’industria è ancora giovane e molte aziende sono ai blocchi di partenza. I concetti del turismo sono ben preparati e pronti.
Abbiate coraggio! Sta per arrivare il vostro momento!
L’ecoturismo sa già da tempo che non si può continuare così e che il turismo deve cambiare radicalmente. Lo sa per un motivo diverso – parole chiave sono: cambiamento climatico, immondizia, inquinamento, pesticidi, antibiotici ecc. Le alternative al „normale turismo balneare“ sono già lì: fanno escursioni con gli asini, trekking di transumanza, trapianto di alberi, attività per l’ambiente come pulizie delle spiagge, viaggi vicino alla natura. Tutto quello è richiesto e continuerà ad essere richiesto.
E se vince l’ecoturismo, ciò include una buona notizia per tanti piccoli produttori e imprese familiari in Sardegna:
Avete tutto a portata di mano e nel DNA per approfittare di questo sviluppo!
La Sardegna è di una bellezza naturale incredibile, ma non solo! Ha un enorme tesoro: prodotti agricoli di alta qualità, realizzati con amore e passione, da persone veramente simpatiche, a chilometro zero! Sono criteri preziosi nel turismo eco-sostenibile. E valgono soldi.
Col turismo eco-sostenibile anche il concetto del agriturismo potrebbe volare. Hanno tutto quello che è importante per decollare e per superare la crisi: la produzione di frutta e verdura sana, il bestiame proprio, la gastronomia e la cucina casalinga.
Il principio di „autosufficienza“ è uno dei migliori a prova di crisi. Mettendolo in un concetto turistico: insegnare alle persone come vivere in modo indipendente, come cuocere il pane, fare dal prioprio giardino, come creare piatti fantastici con le vecchie ricette dei poveri – nel caso che arrivasse una crisi più grave in cui mancano alimentari.
A mio parere è un mercato con tanto potenziale. La fattoria didattica, in combinazione con la vita in campagna sarà veramente interessante per le famiglie con bambini e saranno richieste come mai prima.
Ho anche molta speranza per guide ambientali e servizi legati alla natura e alla spiritualità: yoga, benessere, corsi spirituali, conoscenza delle piante officinali, … ci sarà un mercato. E il mare non è mai lontano.
Voglio incoraggiare proprio le piccole aziende sarde: siete in vantaggio! Bisogna per forza resistere! Leccarsi le ferite del 2020, ma agire subito, iniziare proprio OGGI:
Appena riprende il turismo, sii pronto al decollo 😀
Conosco bene il mercato turistico tedesco/svizzero/austriaco, e mi permetto un altro consiglio: Se possibile, vendi i tuoi prodotti direttamente ai viaggiatori (sia online sia offline, ci sono tanti modi e mezzi *).
Qualche esempio: Se io, vostro cliente, so con certezza che qualcuno si alza ogni mattina e munge le sue pecore – allora volentieri pago qualche euro in più per il suo formaggio, perché voglio sostenere questa persona.
Se so che la vite cresce su terreni di granito non inquinati e secolari, allora il vino ovviamente può costare di più, e lo pago. Se la carne proviene da un vitello che aveva la possibilità di correre felice e libero sul Gennargentu e che la carne non proviene dall’allevamento intensivo e non è piena di antibiotici – io pago anche il doppio o il triplo!
Pagheremmo anche di più perché amiamo la Sardegna. In altre parole:
Il lavoro ha un valore. Chiedete il prezzo che vale il vostro lavoro prezioso e appassionato. Niente di più, niente di meno.
Parlo delle mie preferenze: Non amo molto i viaggi in gruppi organizzati. Non mi piace neanche essere rinchiusa in un villaggio turistico o in un albergo all-inclusive.
Voglio scoprire il paese! Mi sento più a mio agio dove posso fare quello che mi piace. Sono contenta se mi posso avvicinare alla gente del posto, vivere la cultura autentica. Non voglio incontrare tutti i miei connazionali in viaggio. E voglio muovermi: Le mie scarpe da trekking al momento si stanno impolverando, e appena posso faccio un’escursione super, lungo un paio di giorni! Ho la „bucket list“ pronta 🙂
Escursioni, vacanze attive, tutte le attività all’aria aperta riprenderanno. Perché i viaggiatori hanno molta fame di muoversi! Sono come atleti – non li puoi fermare a lungo termine! L’allenamento fisico è importante, e come detto prima: vogliamo uscire, vogliamo viaggiare! Vogliamo vivere ogni giorno, ci piace l’avventura, vogliamo stancarci e così trovare anche la pace interiore.
La Sardegna è perfetta per le vacanze attive!
Sono sicura, tanti viaggiatori stanno già pensando dove andare, si cerca una destinazione vicina piuttosto che un paese lontanissimo. La Sardegna ha un potenziale enorme per essere questa destinazione: in sole due o tre ore di volo, quasi l’intera varietà del turismo attiva è disponibile! Un mondo fantastico per trekking, mountain biking, arrampicata, canyoning, ecc. – anche questo è la Sardegna vera!
Ripeto: ADESSO è il momento giusto per comunicarlo! Raccontate le vostre storie, fate vedere i video di escursioni precedenti, fate vedere la natura spettacolare – e i viaggiatori attivi e indipendenti arriveranno.
Potrebbe anche migliorare la situazione per le regioni meno frequentate: Sto pensando alla natura incontaminata e selvaggia del Supramonte di Urzulei e Orgosolo, alle vie d’arrampicata nell’Iglesiente, ai sentieri di trekking e mountain bike nel sud del Gennargentu, ai paesaggi selvatici con meravigliosi animali rari nel Sarrabus, ai tanti siti archeologici sconosciuti, ai grifoni di Bosa, al Monte Arcosu e al Monte Linas, alle dune di Piscinas, alle miniere avvincenti nel Sud-Ovest, alla foresta di Is Cannoneris … potrei continuare per ore!
Nel futuro, viaggeremo anche per il nostro proprio benessere. I concetti delle vacanze saranno anche più individuali. Certo, ognuno di noi desidera di stare con altre persone. Abbiamo bisogno di contatti sociali. Ma il virus ci forza a non esagerare, e magari i contatti saranno ancora ristretti per un bel po‘.
Posso immaginare che eventi grandi non siano più richiesti e possibile, ma incontri piccoli e concerti intimi sì. Magari abbiamo anche scoperto che stiamo bene soli. Magari – dopo essere forzati a stare per settimane ogni minuto con la famiglia – abbiamo bisogno di viaggiare da soli. Se io mi voglio bene, magari mi regalo un viaggio solitario. Magari un’intera vacanza relax e benessere, solo per me! Che bella idea …
La Costa Smeralda è una delle destinazioni di vacanza più famose nel mondo. Se pensiamo ai primi passi, negli anni Sessanta, era inteso come un rifugio per i ricchi e i VIP che volevano scappare dal mondo e rilassarsi in un paradiso in tutta privacy. Gli alberghi di lusso come il Cala di Volpe hanno la „privacy“ nel sangue: distanza e discrezione fanno parte della loro attività quotidiana.
La clientela millenaria potrebbe garantire che il segmento del lusso si riprenderà già entro il 2020 (a condizione che aprano i porti e i cantieri): a bordo di un mega yacht non hai niente a che fare con la folla a terra. Sei ben curato anche con un equipaggio più piccolo, e non c’è rischio di contagio. La rete di servizi di yacht a terra è provata e testata. E la Sardegna ha molti fornitori di vino e prodotti gourmet.
Quindi: Non vedo alcun motivo per cui il segmento del lusso non dovrebbe riprendersi. E non è brutto sperare che la Costa continua a essere un modello per un turismo di qualità. Perché può essere un vantaggio, anche per la „vera“ Sardegna. Magari in crisi è il momento giusto per unire le forze (spero che ognuno superi i blocchi nella testa e non si trattenga a collaborare):
La Sardegna è sinonimo di originalità e tradizioni. Sempre più miliardari viaggiano più consapevolmente ed in modo eco-sostenibile. Molti preferiscono già il Cannonau locale allo Château Lafite importato. Tanti acquistano il Pecorino dal pastore che lo consegna direttamente al molo a Porto Cervo.
Ma c’è ancora potenziale: Mr e Mrs Oligarca non sanno del vero tesoro della Sardegna! Possono comprare tutto, ma non hanno idea di quanto sia meravigliosa una degustazione del Cannonau nelle vigne e colline bellissime a Mamoiada, nel Valle di Oddoene, vicino a Collinas o da una famiglia nel Sulcis! Vogliono fare festa, ma non hanno idea di com’è divertente una tosatura delle pecore e la successiva festa con i pastori! Le feste nei piccoli paesi dell’entroterra sono meglio delle feste in spiaggia o nei club famosi della Costa. Stanno cercando la privacy ma non sanno che esclusività vera e privacy si trovano nel modo migliore durante un’escursione nel Gennargentu o Supramonte. Vogliono avere cose che nessun’altro a Kiev o a Dubai possiede – ma non conoscono i tappeti unici fatti a mano di Aggius, Ulassai e Samugheo.
Facciamo vedere la vera Sardegna a tutti, anche a loro!
La vacanza in barca a vela ovviamente è più costosa. Ma in barca non sei a rischio e i turisti non arrivano in massa. Dovrebbe riprendersi presto ed ha un potenziale di cambiamento in positivo: come eco-vacanza in barca a vela.
Si viaggia a emissioni zero e si passa tanto tempo in contatto diretto con l’ambiente naturale. Posso ben immaginare che nel futuro si preferisca una settimana di vacanza in barca a vela piuttosto che tre settimane di vacanza in spiaggia. Bisogna comunicare i vantaggi. Le agenzie di Charter possono scoprire questo mercato di eco-viaggi ed avere clienti nuovi. In particolare devono progettare offerte per gite eco-sostenibili in barca a vela per questa nuova clientela. Magari anche in combinazione con delle attività a terra, tipo pranzo pastore, pulizia spiagge, fattorie didattiche …
In ogni caso il turista trascorrerà una vacanza meravigliosa intorno alla Sardegna senza causare danni e non comporta neanche tanto rischio per la salute. Le barche sono tutte nei cantieri. Bisogna preparali, metterli in acqua – e via!
Le vacanze e le gite dell’Isola in Camper sono già molto apprezzate per quanto riguarda la flessibilità: hai sempre una casa con te. Nella crisi corona qualcuno ha anche passato la quarantena o l’autoisolamento in Camper (come una mia amica che si trova in Marocco). Può essere un pensiero rassicurante nel futuro. Non si sa mai cosa sta per succedere. Avere la libertà di muoversi e avere un posto sicuro allo stesso tempo, è una delle caratteristiche più importanti della vacanza in Camper e può aiutare anche in tempi di crisi.
Anche viaggi culturali e di studio saranno nuovamente richiesti. Chi vuole conoscere la Sardegna, magari richiede corsi di lingua, legati a escursioni in un certo paese o una regione interessante. Tutti i piccoli musei gestiti con cura ed amore in tutta l’isola possono attirare gli ospiti che si meritano!
L’archeologia ed escursioni su argomenti specifici, progetti culturali e creativi potrebbero di nuovo essere d’interesse. L’immenso tesoro archeologico e migliaia di siti nuragici in tutta l’isola potrebbero finalmente essere apprezzati e valorizzati. Magari crescono anche le vacanze linguistiche – che il viaggiatore può avvicinarsi meglio al paese, alla sua gente e ai tesori della Sardegna.
La Sardegna ha bisogno di un’alternativa con sostanza. Come detto prima, penso che quest’alternativa sia già a portata di mano.
Magari è meglio se il mondo non va più secondo i piani. Magari è meglio che vengano messe in discussione le leggi economiche e del capitalismo. E magari fa bene alla Sardegna mettere in discussione anche la sua vacca sacra: il turismo balneare.
Lo sappiamo tutti: rendersi dipendenti da solo un mercato è un errore nel sistema, che prima o poi ha delle conseguenze negative.
La domanda che occorre grazie al coronavirus è quella:
Non fraintendere: il turismo è un ramo importante dell’economia sarda e può rimanere tale. Ma se cade, ci dev’essere qualcosa che rimane. Che cos’è? Qual’è la sostanza della Sardegna? Cosa rende diversa la Sardegna da tutti le altre destinazione? La risposta non è: otto settimane di alta stagione sulla costa. Ecco.
Pensiamo che ci sono anche paesi come, per esempio, la Groenlandia o il Bhutan. Hanno un turismo molto ridotto (ma di qualità) e vivono ancora bene. Hanno un concetto equilibrato e adatto al paese.
E quale sarebbe il concetto per la Sardegna?
È importante l’equilibrio: „alta qualità, impatto basso“. L’alta qualità che troviamo in Sardegna nelle piccole imprese familiari e nell’entroterra, implementata in concetti di un turismo eco-sostenibile per tutto l’anno.
Difficile? Non direi.
Bisogna tornare a una vita vicina alla natura. Su ciò che è buono per le persone, la società, l’ambiente, la biodiversità, gli animali, la natura, la terra sarda e – non meno importante – per la vita di tutti e per il mondo.
E la Sardegna lo sa da millenni! Fa parte della cultura, c’è già tutto 🙂
Si lavora con passione, con prodotti locali e genuini. Senza compromessi. Per quello la qualità è altissima. Perché si fanno compromessi nel turismo?
Quasi tutti i Sardi (e anche tantissimi turisti) apprezzano le cose genuine e naturali, amano cibo fatto a casa, prodotti artigianali, apprezzano la sapienza dei vecchi, sono orgogliosi della loro antica cultura nuragica, che rispetta le stagioni e la natura. Si ama la terra, gli elementi e l’intero suolo sardo è considerato sacro.
Per il futuro concetto turistico con cui si può affrontare anche una crisi dirompente, è necessario integrare proprio questi valori e tesori della Sardegna.
In più, non è giusto che la Sardegna autentica sia solo un „nice to have“ per la vacanza.
Il turismo sostenibile e autentico merita di prendere il posto del turismo balneare. Almeno deve avere lo stesso valore e lo stesso sostegno, con pari diritti.
Per sbloccare il potenziale vedo cinque cose essenziali che devono essere valorizzate molto più che oggi e nel passato. Sia da parte dei responsabili in Sardegna, sia da parte dei turisti:
Ma significa: I responsabili devono avere il coraggio di dire „Ciao“ al turismo come vacca sacra, e al concetto di mungere la „cash cow“, cioè la stagione estiva. Certo che anche il turismo balneare può restare – man non come prodotto principale dell’Isola.
Parlo di parità di diritti per tutti i mesi di viaggio e tutte le regioni. Avere flussi turistici tutto l’anno, su tutta l’isola e creare un’offerta adeguata. Assicura quasi automaticamente che i turisti non possano fare molto danno – né alla cultura né al patrimonio naturale – e anche per la salute sarebbe utile.
E se tutti i piccoli produttori in Sardegna fossero integrati nel concetto turistico, quanto valore si potrebbe creare!
Credo anche che la società in Sardegna trarrà beneficio se i giovani sardi, bravi, laboriosi, laureati e ben qualificati non saranno costretti ad accontentarsi di lavori stagionali. Se non sono costretti a guadagnare i soldi in sole otto o dodici settimane e non devono cavarsela con un secondo o un terzo lavoro, possono avere un lavoro decente e vivere bene tutto l’anno.
C’è qualcuno che ha il coraggio di cambiare? O preferirebbe lasciare tutto com’era prima e continuare così?
Non possiamo cambiare il passato. Il presente e questa crisi ci stanno insegnando che ci sono cose che non siamo in grado di controllare.
Ma il futuro è nelle nostre mani. Auguro alla Sardegna coraggio, fiducia e vedo un grande futuro davanti!
Design by ThemeShift.
Francesco Urgu
9. April 2020 at 18:16Bellissimo articolo
Anch’io la penso come te. Adesso pensiamo a salvare la pelle ma prepariamoci a rincominciare l’anno prossimo con grande entusiasmo.
Mi piacerebbe farti conoscere il mio piccolo albergo che ho aperto giusto un anno fa. Si chiama Bisos Ospitalità Diffusa Ecosostenibile. Rispecchia in pieno i concetti che tu hai espresso. Adesso siamo chiusi ma appena sarà possibile cercherò di concludere l’ampliamento e ulteriori migliorie dal punto di vista della sostenibilità. Quando tornerai in Sardegna mi farebbe piacere incontrarti e farti vedere Bisos per iniziare magari una collaborazione.
A presto
Francesco
pecora nera
12. April 2020 at 16:30Ciao Francesco, magari ci siamo già visti al festival Scirarindi … Bisos si trova a Paulilatino, vero? Allora, volentieri! Appena torno sull’Isola (spero che mi fanno rientrare presto!) ti faccio sapere. Buona Pasqua e cari saluti!
Francesco
18. April 2020 at 11:38Ottime idee e riflessioni: complimenti!
Condivido pienamente.
Spero che quest’articolo sia letto da un ampio pubblico e possa servire di stimolo, cara Pecora Nera.
Noi sardi (io per primo, come tutti, nessuno escluso) potremmo forse pensare più positivamente, vedere nel problema la soluzione, nell’avversità che stiamo vivendo un’occasione unica, da cogliere al volo per cambiare un po‘ rotta su alcune cose, non solo in veste di produttori, ma anche da consumatori, specialmente in campo alimentare. Comprare -se possibile- un prodotto forse -e non sempre- più costoso ma a km0, di qualità ed ecosostenibile, è non solo un vantaggio (è a volte un po‘ più caro, ma spesso meno di quanto dovrebbe esserlo se si considerasse quanto più vale sotto i tanti profili meno evidenti) ma anche un voto politico, al pari -o più- della scheda che lasciamo cadere nell’urna alle elezioni: ogni volta che compriamo, votiamo.
Sarebbe anche bello che nel commercio -come in tanti altri ambiti- rompessimo un po‘ la tradizione sarda, nel senso di essere un po‘ meno individualisti, diffidenti ed invidiosi della vicina concorrenza, per sentirci un po‘ più fratelli e metterci invece a ragionare insieme su strategie comuni, per uno stile di vita più sano, più rispettoso dell’ambiente e più prospero economicamente. Scopriamo e valorizziamo i tesori che abbiamo!
Quindi, forza, buon lavoro e… grazie ancora una volta, Pecorella!
Francesco Marras